Appunti su un'ipotesi di nuova legge elettorale - di Franco Proietti

Appunti su un'ipotesi di nuova legge elettorale - di Franco Proietti

Appunti su un’ipotesi di nuova legge elettorale – di Franco Proietti

Appunti per riflettere su una ipotesi di legge elettorale

                   L’improvvisa crisi apertasi in un arroventato mese d’agosto ha sorpreso il mondo della politica costretta a modificare il suo piano ferie ma non ha sorpreso più di tanto i cittadini convinti che quel governo non avrebbe potuto vivere a lungo essendo in permanente conflitto da mesi. La crisi ha preoccupato gli italiani consapevoli delle incombenze che in quel momento gravavano sul paese ed ha destato meraviglia constatare che gli obbiettivi cui si mirava non fossero calibrati neanche sulle regole che informano il sistema democratico italiano ed alle quali tutti hanno il dovere di sottostare. Improvvisazione, scarsa conoscenza delle regole o si è ritenuto che sarebbe stato possibile forzarle?  

                    Si voleva lo scioglimento delle Camere e la indizione dei comizi elettorali e si è finito per favorire la costituzione di un nuovo governo ritenuto improbabile verso il quale il buon senso di tanti italiani e la responsabilità che sentono di avere verso gli interessi del Paese li ha indotti, anche se non convinti che si sia fatta la scelta giusta, a sostenerlo nutrendo la speranza che riesca a far uscire il paese dalle difficoltà contingenti, a rianimare la ripresa e competere con successo in un complicato e burrascoso mercato globalizzato, a recuperare il ruolo che gli spetta nel contesto europeo e mondiale. Traguardi difficili da raggiungere senza tagliare i quali però si andrà incontro a nuove cocenti delusioni e pericolosi ulteriori scollamenti che potrebbero far traballare anche le fondamenta del sistema Italia.

                    Avere un popolo speranzoso, ricevere da esso e dal contesto europeo e mondiale incoraggiamenti non è poco per un governo nato in fretta tra forze che si sono combattute aspramente per anni ma non basteranno se non si riuscirà ad alimentarli giorno dopo giorno con decisioni mirate per rispondere ai bisogni innervanti obbiettivi strategici ben chiari e di più ampio respiro.

                    Esso nasce in una fase difficile per l’Italia e in un contesto internazionale che vede i popoli dei paesi sviluppati in balia di un mondo globalizzato senza regole che ha rosicchiato la speranza di futuro spargendo incertezze mentre si registra una insopportabile crescita delle diseguaglianze. Un mix sufficiente per alimentare l’insofferenza verso i governanti e le istituzioni dando la possibilità alle forze che puntano a destabilizzare le democrazie, sempre meno capace di studiare i virus che alimentano il malessere e trovare i rimedi necessari per bloccarli, di conquistare consensi. Si teorizza che i sistemi democratici hanno fatto il loro tempo e non sono più incapaci di governare i processi evolutivi del mondo moderno. Non intendo cimentarmi qui su questo tema ma raccogliere lo stimolo per affermare che la POLITICA deve saper ritrovare la capacità di cogliere i cambiamenti programmando gli adeguamenti necessari, rilevare in tempo il coagularsi delle tensioni che si generano e reagire per disinnescarle con giuste misure prima che esplodano. Lo potrà fare se tornerà a stare dentro la società e non essere un corpo separato quale è oggi percepito. Una ristretta oligarchia arroccata nelle stanze del potere e che rappresenta quasi solo se stessa.

                    Per cominciare dovrà domandarsi perché al diffondersi dei nuovi strumenti di comunicazione di massa che hanno arricchito di conoscenze i cittadini ma anche plasmato i loro orientamenti, ha risposto smettendo di essere strumento di socializzazione, coinvolgimento e lotta per far pesare il loro volere nelle scelte?

                    Risalire dalla voragine non sarà una passeggiata ed una delle prime cose da fare è dimostrare che si ha la volontà di riuscirci facendo un check-up sul funzionamento del sistema politico-istituzionale rilevando i limiti e le distorsioni che lo hanno indebolito, trovare i correttivi necessari riscoprendo, attualizzandoli, i valori di fondo che hanno ispirato il nascere e l’affermarsi delle democrazie nel mondo.

                    La recente crisi e la formazione del nuovo governo sembra avere imposto alle forze politiche italiane il dovere di misurarsi davvero con queste problematiche ed è auspicabile che ciò avvenga cominciando col riformare il sistema di partecipazione dei cittadini alle scelte: la legge elettorale.

                      È in questo contesto che ho ritenuto utile pubblicare oggi appunti di anni fa, su mie idee di legge elettorale, dalle quali si potrebbero ricavare spunti per una legge che: ridia davvero ai cittadini la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare; assicuri la presenza nel parlamento delle diverse componenti che animano la società italiana; renda possibile la formazione di governi in grado di dare sufficiente stabilità democratica al paese.

                                                                                           Franco Proietti

 

 

Legge elettorale maggioritaria con premio e doppio turno, proporzionale con soglia di sbarramento, preferenze, fattispecie di “primarie”,  collegi plurinominali e liste nazionali

 

Procedure

Gli elettori firmano non prima del 90° giorno prima delle elezioni il simbolo da presentare negli appositi uffici entro il 75° giorno prima delle elezioni

Dividere il paese in collegi plurinominali pari all’80% dei seggi da assegnare, il 20% è assegnato a candidati di liste nazionali. Liste di collegio e nazionali ordinate alternando i generi. Gli uffici preposti hanno quindici giorni di tempo dalla presentazione dei contrassegni, delle liste di collegio, delle liste nazionali e delle coalizioni per dichiararli ammessi alla competizione elettorale

Primo turno elettorale

Il legale rappresentante del simbolo ammesso o suo delegato ha la possibilità di presentare all’ufficio preposto del collegio, entro il 45° giorno prima delle elezioni, una lista di collegio con un numero minimo di due, massimo sei candidati ordinati alternando i generi, ha anche la possibilità di presentare nell’ufficio preposto entro il 45° giorno prima delle elezioni una lista nazionale con un numero minimo xx, massimo xx di candidati ordinati numericamente alternando i generi

I legali rappresentanti di simboli diversi possono sottoscrivere e presentare negli appositi uffici entro i tempi fissati la costituzione di una coalizione di simboli ognuno dei quali è presente con liste in almeno il 50% dei collegi previsti  

Il simbolo che raggiunge il 45% dei voti validamente espressi o la coalizione che raggiunge tale percentuale sommando i voti ottenuti in tutti i collegi dai diversi simboli collegati vince le elezioni e si aggiudica il 55% dei seggi calcolati per difetto

Attribuito il numero di seggi spettanti ai vincitori i seggi rimasti saranno attribuiti agli altri simboli aventi diritto in proporzione dei voti ottenuti, fatti salvi i seggi conquistati da candidati non collegati a liste nazionali o acquisiti per diritto di tribuna, oltre quelli riservati alle minoranze linguistiche (per l’attribuzione dei seggi si potrebbe applicare il metodo di calcolo “Dont”)

I seggi spettanti alla coalizione vincitrice saranno ripartiti in proporzione dei consensi ricevuti tra le singole componenti che hanno superato il 2% dei voti validamente espressi

Le candidature nei collegi plurinominali

Possono candidarsi nei collegi gli iscritti nelle liste elettorali di uno dei comuni italiani. il candidato deve sottoscrivere una dichiarazione di accettazione indicando il collegio nel quale ed il simbolo ammesso con il quale intende concorrere allegando: l’autorizzazione all’utilizzo del simbolo indicato da parte del legale rappresentante; l’estratto di nascita; il certificato d’iscrizione nella lista elettorale di un comune italiano; la dichiarazione dei redditi; il certificato penale; la dichiarazione con la quale, un numero minimo di 80 massimo 120 iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nel collegio, sottoscrivono, con firma autenticata, la volontà di presentare il/a candidato/a. Non è consentito candidarsi in più di due collegi (Per gli italiani emigrati verificare se è necessario aggiornare le norme) Spetta al legale rappresentante del simbolo presentare negli appositi uffici entro il 45° giorno prima delle elezioni, la lista di tre, massimo sei, candidati alternando i generi I candidati ammessi competeranno per la preferenza (“primarie”) e, solo il vincitore avrà la possibilità di essere eletto essendo inserito nella graduatoria di simbolo ordinata in ragione della percentuale conseguita nel collegio. Il seggio sarà attribuito scorrendo la graduatoria fino alla quota dell’80% di seggi spettanti al simbolo

Liste Nazionali e coalizioni

Spetta al legale rappresentante del simbolo presente con liste di candidati in almeno la metà dei collegi previsti presentare nell’apposito ufficio, entro il 45° giorno prima delle elezioni, una Lista Nazionale con un numero minimo XX, massimo XX di candidati e le relative documentazioni alternando i generi

La lista nazionale è ammessa se risulta che sono state presentate e ammesse liste di candidati in almeno il 50% dei collegi previsti

Non è consentito essere candidati nelle liste di collegio e nella lista nazionale

La ripartizione nazionale dei seggi tra i diversi contrassegni aventi diritto

Il risultato elettorale del simbolo si ha sommando il numero di voti conseguiti nei collegi e consentirà, se ha superato la soglia di sbarramento del 4% (2% se componente della coalizione vincente) dei voti validamente espressi, di ottenere un numero di seggi in proporzione del risultato conseguito

 

Diritto di tribuna

I simboli che non hanno superato la soglia del 4% e non hanno eletto alcun candidato ma, hanno raggiunto l’1% dei voti validamente espressi hanno diritto ad un seggio che sarà attribuito al candidato posto al numero uno della rispettiva Lista Nazionale o, in mancanza di essa, a chi risulta primo nella graduatoria dei collegi 

L’80% dei seggi acquisiti dal simbolo sono assegnati ai candidati di collegio scorrendo l’apposita graduatoria, il 20% ai candidati della lista nazionale scorrendo l’ordine nel quale sono stati presentati. L’eventuale ultimo seggio sarà attribuito alla lista nazionale o graduatoria di collegio favorendo chi tra le due liste risulta avere il resto o quoziente più alto

Gli eletti nei collegi plurinominali

Risulta eletto il/a candidato/a il cui simbolo ha ottenuto nel collegio, il 50% più uno dei voti validamente espressi

I vincitori delle “primarie” non eletti saranno ordinati in una graduatoria numerica rispettosa della percentuale ottenuta dal simbolo nel collegio

La percentuale si ha moltiplicando per cento il numero dei voti assegnati e dividendo il prodotto per il totale dei voti validamente espressi nel collegio. Se il risultato espresso con quattro cifre oltre la virgola, risulterà identico avrà diritto di precedenza il/a candidato/a di generi appartenente a quello numericamente inferiore, se di eguale genere, il più giovane

Come si esprime il voto nella scheda elettorale

Hanno diritto al voto tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni italiani

Ogni elettore esprimerà il voto su una scheda nella quale compariranno i simboli delle Liste dei candidati nel collegio accanto ai quali ci sarà uno spazio per scrivere un nome, se due di generi diversi, tra i candidati del simbolo segnato

Casistica sull’attribuzione del voto al simbolo e della preferenza al/i candidato/i

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Secondo turno elettorale

Se nessun simbolo o coalizione risulterà vincitore si procederà, nella seconda settimana successiva al voto, ad un secondo turno elettorale di ballottaggio al quale saranno ammessi i simboli e/o le coalizioni che hanno ottenuto i due migliori risultati. È consentito loro di coalizzarsi con altri simboli tra quelli che hanno superato la soglia di sbarramento del 4%, presentando all’apposito ufficio un documento sottoscritto dai legali rappresentanti degli stessi simboli  

il simbolo o coalizione vittoriosa/o avrà il 55% dei seggi calcolati per difetto

 

Sfiducia costruttiva

La Camera dei Deputati ha il potere di legiferare e di insediare il Governo con un voto di fiducia che può essere revocato approvando una mozione contenente i motivi della revoca, un documento politico -programmatico e la indicazione di un Presidente incaricato di presentare il governo al Capo dello Stato che potrà legittimarlo o rinviarlo alla Camera per la fiducia

La seconda Camera  

Una seconda istanza è utile per tenere alte le garanzie democratiche attribuendo ad essa i compiti oggi svolti dalla Conferenza Stato Regioni ed il potere di esprimere pareri sulle leggi approvate in prima lettura dalla Camera alla quale può rinviarle proponendo tagli, correzioni e/o integrazioni. Se non ci sono obiezioni al testo entro i tempi previsti la legge è approvata altrimenti la Camera, acquisito il parere del Senato, riesamina la legge in seconda lettura e decide senza altri passaggi.

Il Senato delle Autonomie

200 Senatori eletti in collegi regionali plurinominali per non più di tre mandati consecutivi possono inoltrare proposte di legge alla Camera ed eleggono, insieme ai Deputati, il Capo dello Stato e i Giudici della Corte Costituzionale                                                                                                                            

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