Il Segretario Generale del Senato, Elisabetta Serafin ha presentato "ricorso in appello" al Consiglio di Garanzia "per l'annullamento o la riforma - previa sospensione cautelare della sua efficacia" della decisione della Commissione contenziosa (664/2021) (nella foto, il presidente della Commissione, Giacomo Caliendo) che aveva accolto il ricorso di Roberto Formigoni contro la revoca del vitalizio e annullato la delibera 57/2015 del Senato (nota come Grasso-Boldrini). Il ricorso in appello, che pubblichiamo qui di seguito, è stato presentato a tempo di record, e si richiama a precedenti decisioni del Consiglio di Garanzia (in particolare la decisione 225 del 10 aprile 2019) che avevano riconosciuto la legittimità della delibera 57/2015. L'appello si basa, come ogni lettore potrà vedere, su una lettura riduttiva delle ordinanze delle Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione dell'8 luglio 2019 (data successiva alla decisione 225/2019 del Consiglio di Garanzia, appena richiamata) su cui si fonda invece la decisione 664/2021 della Commissione contenziosa. Secondo la Segretaria Generale del Senato, l'ordinanza della Cassazione non riconoscerebbe in modo inequivocabile la natura previdenziale del vitalizio degli ex parlamentari, con tutte le conseguenze che ne derivano. Inoltre, la revoca del vitalizio (che nel ricorso di appello viene definito eufemisticamente non "continuazione dell'erogazione") sarebbe perfettamente legittima, nei casi previsti dalla delibera 57/2015, come effetto del venire meno di un requisito soggettivo di "onorabilità" (come nei casi di incandidabilità, decadenza o sospensione da carica elettiva) e non avrebbe perciò il carattere di pena aggiuntiva nè avrebbe natura retroattiva.
Ecco il testo del "ricorso in appello":
APPELLO SENATO FORMIGONI 20.04.2021