Contro Travaglio: esposto all'Ordine dei Giornalisti di Preioni e Pizzol

Contro Travaglio: esposto all'Ordine dei Giornalisti di Preioni e Pizzol

Contro Travaglio: esposto all’Ordine dei Giornalisti di Preioni e Pizzol

Un esposto per violazione delle norme della deontologia professionale da parte di Marco Travaglio, con l'articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano il 31 gennaio 2020, in cui paragona gli ex parlamentari ai camorristi, è stato presentato al Consiglio di Disciplina dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte dagli ex senatori Giorgio Pizzol e Marco Preioni. Pubblichiamo il testo dell'esposto: 

 

ESPOSTO AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DEL PIEMONTE

Il 31 gennaio 2020 il giornale IL FATTO QUOTIDIANO pubblicava un articolo a firma di Marco Travaglio col titolo “Scusaci, Savastano”.
 A mio parere, detto articolo viola gravemente le norme della deontologia professionale per i seguenti motivi.

    Primo :
    Travaglio alla data del 31 gennaio 2020 dà per vero e accertato un fatto che non è mai accaduto: il fatto che la Commissione contenziosa del Senato della Repubblica abbia già pronunciato la sentenza in merito alla validità della Deliberazione n. 6 approvata il 16.10.2018, dal Consiglio di Presidenza del Senato.   In verità, come il giornalista ben sa e come maliziosamente travisa, la Commissione contenziosa ha comunicato che depositerà il testo della decisione soltanto il 20 febbraio 2020 alle ore 19. Pertanto è impossibile oggi riferire o commentare un atto giudiziale del tutto inesistente. Superfluo dire che il contenuto della decisione potrebbe essere sia favorevole che contrario alle domande formulate dagli ex parlamentari che hanno proposto ritualmente ricorso per l’annullamento della delibera in parola.     Travaglio non può quindi sostenere, contrariamente al vero, che << “La camera di consiglio sarà finta, perché Caliendo ha già scritto la sentenza e persino il comunicato stampa” … “la sentenza, poi, è uno spasso: “il vitalizio ha una connotazione previdenziale, cioè è una pensione” >>.

 Secondo :
   Travaglio definisce la Commissione contenziosa <<Tribunalino “casa & bottega”>> : definizione palesemente offensiva che può costituire il reato previsto dall’Art. 342 c.p. di “oltraggio a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario”.

  La Commissione contenziosa è invece un organo previsto dai Regolamenti interni del Senato, legittimamente costituito, al quale solo spetta la competenza esclusiva sulla controversia concernente i vitalizi, come “giudice naturale precostituito per legge”, anche recentemente riconosciuto a tutti gli effetti come tale dalla sentenza di Cassazione, detta “Armaroli”, che lo stesso Travaglio cita goffamente ed a sproposito.

    Indipendentemente dai profili penali, per i quali si fa riserva di agire in altra sede, il giornalista che si esprime in questo modo viola le regole della deontologia professionale :
        1. a) perché offende senza motivo l’onore del corpo giudiziario in questione (e delle persone che lo compongono);
     2. b) perché fornisce ai lettori una notizia falsa secondo la quale l’Organo giudiziario “domestico” del Senato si è auto-investito del potere di giudicare e giudica (anzi, secondo Travaglio ha già giudicato) nell’interesse di una parte politica e non di giustizia, come si evince dalla seguente espressione dell’articolo: “Dal sedicente organo di giustizia interno del Senato trasuda la stessa sete di vendetta e di rivalsa che aleggia nel palazzo … dunque la ricreazione è finita e tutti possono tornare alle loro arti prensili”.
 Si noti che i componenti la Commissione contenziosa e gli ex parlamentari sono rappresentati dall’articolo come se fossero un’unica “banda” o “cosca mafiosa” pronta a riprendere, dopo un periodo di pausa, azioni di furto.

  Terzo :
    Travaglio paragona i membri della Commissione contenziosa del Senato e gli ex senatori ricorrenti contro la delibera sopra citata ai personaggi che nella serie televisiva Gomorra (ispirata all’omonimo libro di Roberto Saviano) impersonano i boss camorristi spacciatori di droga. Per rafforzare l’efficacia semantica del paragone nella prima pagina del giornale viene pubblicata una foto di detti personaggi mentre pronunciano la frase in dialetto napoletano: “Mo ci ripigliamm tutt’ chell che è ‘o nuost”, (ora ci riprendiamo tutto quello che è nostro).

    A questo proposito si segnala ancora la frase conclusiva dell’articolo: “Ci scusiamo con la famiglia Savastano per l’offensivo accostamento”.

    Il senso di questa frase è inequivocabile. Secondo Travaglio la celebre famiglia mafiosa potrebbe sentirsi offesa per essere stata paragonata a ex parlamentari e ai componenti la Commissione contenziosa.

  Si fa inoltre presente che un articolo di titolo e contenuto identico, che richiama le espressioni di Marco Travaglio, corredato dalla foto di un personaggio “capo camorrista” di “Gomorra”, è stato pubblicato il 31 gennaio 2020 anche su un altro giornale on line: “INFOSANNIO” https://infosannio.wordpress.com/2020/01/31/scusaci-savastano/

    I limiti posti dalle norme della deontologia della professione giornalistica, a parere di chi scrive, sono stati violati in modo intollerabile ed a conforto della detta opinione si segnala un articolo a firma di Carlantonio Solimene pubblicato su “Il Tempo. Tv”  del 31 gennaio 2020 intitolato : “ Travaglio, sui vitalizi stavolta hai esagerato” .
                          Si confida che Codesto Ordine darà corso al procedimento disciplinare nei confronti di Marco Travaglio.
                                                   

     

   

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