L’ Ufficio di Presidenza dell’Associazione degli Ex-parlamentari della Repubblica, si è riunito, oggi, 17 marzo 2020, in videoconferenza per esaminare le conseguenze, sotto il profilo costituzionale e istituzionale, delle misure adottate per affrontare l’emergenza Coronavirus.
Al termine della riunione è stato diffuso il seguente comunicato:
“In un periodo così duro per il nostro paese l’Associazione degli Ex Parlamentari esprime, innanzitutto, la sua più convinta solidarietà e la sua vicinanza a quanti, medici, infermieri, operatori sanitari, lavoratori, imprese, ricercatori, forze dell’ordine, uomini e donne delle Istituzioni, sono impegnati, a rischio della loro incolumità, a garantire il pieno funzionamento di servizi pubblici fondamentali e di attività produttive essenziali.
L’Associazione ritiene che quali che siano le misure legislative e amministrative da approvare, il Parlamento, nel rispetto della Costituzione, debba essere protagonista.
L’Associazione ritiene, altresì, che i parlamentari che godono del privilegio di rappresentare la Nazione, debbano sentire ancor più forte il dovere di garantire il pieno funzionamento delle assemblee elettive di cui fanno parte.
I medici in prima linea sono custodi della salute fisica, i parlamentari sono responsabili della libertà e della democrazia.
Perché ciò sia possibile, devono essere garantite alle Camere e ai parlamentari tutte le misure di sicurezza collettive e personali che consentano al Parlamento di svolgere appieno la sua insostituibile funzione.
Le limitazioni, ancorché provvisorie, delle libertà costituzionali di circolazione e di riunione, non possono, in alcun modo, impedire al Parlamento di funzionare a pieno regime.
A questo proposito non possiamo non manifestare la nostra fortissima preoccupazione per l’uso di strumenti normativi in difformità con i principi costituzionali e con le sentenze che li hanno ribaditi.
A parere dell’Associazione i DPCM, i Decreti Ministeriali, le Ordinanze, le Circolari, l’insieme, cioè, dei poteri amministrativi necessari a fronteggiare l’emergenza sanitaria, non possono – anche nel rispetto di una consolidata giurisprudenza costituzionale - essere affidati, come sta accadendo, sulla base di deleghe generiche, ma ricorrendo a deleghe definite nei contenuti, nei tempi e nelle modalità di esercizio.
Per questo è necessario evitare che le decisioni causate dall’emergenza sanitaria siano assunte in forme tali da impedire che possano costituire un precedente pericoloso.
Il Parlamento deve essere messo nella condizione di controllare e convalidare la decretazione d’urgenza, anche utilizzando gli strumenti informatici necessari a coinvolgere tutti i gruppi parlamentari presenti con i loro interventi e con i loro suggerimenti.
Le Commissioni parlamentari possono trovare, anche a regolamenti vigenti, molteplici modalità, inclusa la sede redigente, per svolgere la loro attività.
L’Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica avverte l’esigenza che, passata la crisi attuale, si possano sviluppare approfondimenti e adottare decisioni in relazione ai problemi economici, sociali e istituzionali che l’epidemia ha portato drammaticamente alla attenzione del Paese.
Innanzitutto, i problemi che riguardano una più chiara disciplina sullo “stato di emergenza” che sia capace di rendere efficaci gli interventi, nel quadro di un rapporto costituzionalmente corretto tra Parlamento e Governo e di un rapporto meno confuso e meglio definito tra Stato e Autonomie regionali e locali, rifuggendo da pericolose tentazioni di immaginare che una qualche forma di autoritarismo, basato su deleghe in bianco e decretazione d’urgenza, sia la via più facile per governare l’emergenza.
In secondo luogo, i problemi riguardanti la Sanità che, come la crisi attuale ha mostrato, non possono essere più affrontati col metro dei tagli indiscriminati ma assumendo i reali bisogni della salute come riferimento di una politica di spesa efficace ed accorta e al tempo stesso, pienamente rispettosa dei doveri di solidarietà, anche sociale, fissati dalla Costituzione della Repubblica."
Comunicato AexP su Corona virus