Emergenza - Zanda: "Difendo il Parlamento e i parlamentari, di oggi e di ieri!"

Emergenza - Zanda: "Difendo il Parlamento e i parlamentari, di oggi e di ieri!"

Emergenza – Zanda: “Difendo il Parlamento e i parlamentari, di oggi e di ieri!”

Il Sen. Luigi Zanda, intervenendo in Aula, il 29 aprile us, nella discussione sul Def e sullo scostamento di bilancio, ha rivolto alla Presidente del Senato un appassionato appello perchè venga posto fine al "vistoso declino del Parlamento" e ha indirizzato a tutti i parlamentari l'invito a non contribuire più alla delegittimazione del Parlamento, prendendo le difese non solo degli eletti in carica ma anche di quelli cessati dal mandato, ricordando come questi ultimi siano stati offesi perfino nell'onore da coloro che hanno sostenuto, senza che alcuno reagisse, che "vitalizi legittimamente percepiti fossero soldi rubati"
Qui di seguito ecco la videoregistrazione dell'intervento del sen. Zanda e, sotto, la trascrizione di alcuni brani dell'intervento:

 

SEDUTA DEL SENATO 29 APRILE 2020.

DOCUMENTI Discussione congiunta del documento: (Doc. LVII, n. 3) Documento di economia e finanza 2020 e dell'annessa Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento).

ESTRATTI DELL'INTERVENTO DEL SENATORE LUIGI ZANDA:

" (…)

È proprio con riferimento alle difficoltà della nostra condizione istituzionale che mi rivolgo al Presidente del Senato per chiederle di fare tutto quel che può per fermare il vistoso declino del Parlamento, e al Presidente del Consiglio, per chiedergli di tornare in Senato ad esporre la sua visione sul futuro del Paese.

(…)

Signor Presidente, le chiedo di tornare a far lavorare il Senato secondo i suoi abituali ritmi di lavoro e consentiamo alle Commissioni e all'Aula di esaminare anche i provvedimenti di iniziativa parlamentare. Il ridotto lavoro del Senato contribuisce a favorire un clima antiparlamentare e un discredito del Parlamento che viene da lontano. Contrastarlo dipende in gran parte da noi parlamentari, dal nostro silenzio di fronte al declino, innanzitutto, ed anche dalla qualità del nostro lavoro e dalla fermezza con cui sappiamo difendere le nostre prerogative.

(…)

Noi sappiamo che la democrazia italiana è molto forte e possiede sufficienti anticorpi, ma è sempre bene usare con cautela gli strumenti eccezionali. Questo non vale solo per i decreti-legge, ma anche per i decreti del Presidente del Consiglio

(…)

Ho altresì in mente, signor Presidente, i tanti casi nei quali siamo stati noi parlamentari a lasciar delegittimare il Parlamento, a mortificare la Camera e il Senato lasciando che si dicesse, senza ascoltare alcun tipo di reazione, che la ragione della riduzione del numero dei parlamentari sarebbe il risparmio di 50 milioni di euro. 
 
Così come l'aver sostenuto che vitalizi legittimamente percepiti fossero soldi rubati: è stato usato questo termine. Questo ha offeso l'onore di tante personalità che prima di noi sono state deputati e senatori, e molte delle quali hanno fatto l'Italia. 
 
Nemmeno ha giovato il termine "rottamazione" riferito ai parlamentari (…) Mi chiedo come sia possibile dimenticare che i più grandi uomini politici della storia repubblicana - ne abbiamo avuto un esempio poco fa celebrando il presidente Colombo - da Moro a Berlinguer, da La Malfa a Craxi, da Malagodi a Saragat e ad Almirante, si siano tutti formati, ma proprio tutti, attraverso una presenza parlamentare molto lunga. "
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