Giuseppe Gargani - Lettera aperta a Massimo Giletti

Giuseppe Gargani - Lettera aperta a Massimo Giletti

Giuseppe Gargani – Lettera aperta a Massimo Giletti

Pubblichiamo la lettera aperta che Giuseppe Gargani, Vice presidente vicario dell'Associazione ex parlamentari, ha scritto a Massimo Giletti, conduttore di La 7.

 

LA VERITA’ SUI VITALIZI

Lettera aperta a Massimo Giletti conduttore di La 7

Massimo Giletti conduttore di una trasmissione di LA7 in una intervista ha dichiarato che “rispetta tutti” anche il terrorista che ha invitato alla trasmissione!;  io aggiungo, esclusi i parlamentari in quiescenza che Francesco Cossiga avrebbe chiamato “parlamentari emeriti”.

Giletti nella trasmissione di domenica scorsa ha fatto le sue provocazioni e ha dato spazio a invitati che hanno fatto a gara per affermare cose che non sono vere.

Non è giusto aizzare i cittadini contro le istituzioni e i suoi rappresentanti, anche quelli “in quiescenza”, ed è doveroso reagire per ristabilire la verità.

Giuliano Cazzola ha scritto un lucido articolo qualche giorno fa, che fa testo, io sento il dovere di spiegare la questione sul piano giuridico e istituzionale e spero davvero che ognuno possa prenderne atto.

A seguito dei ricorsi degli ex parlamentari contro la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Parlamento che ha effettuato il taglio ai vitalizi, si sono svolte varie udienze sin dal mese di maggio scorso e si è in attesa di una decisione da parte del “collegio giudiziario”. Il collegio giudiziario è un organismo parlamentare con le funzioni giurisdizionali e per ciò stesso fuori dalla politica.

È stato così nel Parlamento Repubblicano ed è così in tutti i Parlamenti democratici: si tratta di una prerogativa per esaltare l’autonomia e la indipendenza dei rappresentanti del popolo. L’on. Di Maio ha detto che i ricorsi sono esaminati dall’organo interno delle Camere che ha “le stesse sensibilità politiche di chi ha tagliato il vitalizio“, cercando quindi di condizionare o intimorire il “giudice“, e incrinare la terzietà di quel “tribunale“.

Nel mese di novembre il componente del collegio giudiziario del Senato indicato da cinque stelle si è dimesso senza motivazione, per impedire la decisione sui ricorsi, così come si è dimesso chi è subentrato.

Si è ricostituito infine il collegio ma, per ostacolare ancora una volta la decisione, su un organo di stampa è stata pubblicata una presunta sentenza favorevole ai ricorrenti “già decisa” ma smentita del Presidente del collegio, ed è stato inventato un pretestuoso e inesistente conflitto di interessi nei confronti dello stesso Presidente, il sen. Caliendo. Ci si è accorti a distanza di due anni del conflitto e lo conferma solennemente il conduttore della trasmissione citata: si accorge anche lui solo ora di questo “impedimento” facendo l’eco ai cinque stelle; io non posso non rilevare che per il movimento si tratta di una misera battaglia politica ma pur sempre di una battaglia politica, che dovrebbe essere estranea al conduttore. È ben strano che il taglio dei vitalizi si sia fatto e si sia ritenuto di poterlo fare perché il parlamento deve godere di un’autodichia che dovrebbe consentire di decidere senza interventi di giudici terzi. Ma poi quando si deve giudicare sui ricorsi il conflitto d’interessi non consente più quell’autonomia che pure si è rivendicata.

Bisogna invocare una correttezza e rispetto istituzionali  nei confronti dei parlamentari che hanno “privilegi” stabiliti nella Costituzione per cui è cosa ben misera contestare ed inveire: il parlamentare rappresenta la nazione, i suoi interessi generali, le sue leggi e quindi deve essere garantito nella sua complessiva indipendenza per il presente e per il futuro: questo per il valore della rappresentanza e nell’interesse della Repubblica

Noi ex parlamentari siamo dunque costretti a far sentire le nostre ragioni perché non possiamo essere continuamente offesi o addirittura chiamati impunemente ladri. È un dovere per noi reagire al populismo e non intervenire più nel merito dei ricorsi per i quali si attende la decisione. Intendiamo far valere con veemenza i nostri diritti per contrastare questi miseri espedienti che sono in atto per evitare la conclusione dei processi.

Il consiglio giudiziario ha il dovere costituzionale di decidere.

Abbiamo per anni avuto lezione da tanti soloni della politica e del giornalismo che è consentito difendersi nei processi non dai processi e quella lezione era forse giusta, ma ora gli stessi l’hanno dimenticata e usano un metodo scorretto e certamente non democratico.

Sono comunque doverose alcune precisazioni per estrema sintesi perché nei ricorsi si contesta:

1) la legittimità della delibera che stabilisce il “taglio” dei vitalizi anche per il passato, cioè retroattivamente, perché questo non è consentito dalla Carta Costituzionale, con giurisprudenza costante. Il grande Einaudi aveva scritto nel lontano 1954 che la retroattività elimina la certezza del diritto

2) la non ragionevolezza dei tagli, perché indiscriminatamente si è ridotto il vitalizio in media del 42%, con percentuali che vanno dai 15% all’84%, come si evince dalle tabelle dei singoli parlamentari;

3)Si è calcolata la riduzione del vitalizio alla età della cessazione delle funzioni anche se essa è avvenuta anni fa, per cui si attribuisce fittiziamente alla data di oggi l’età di allora: per fare un esempio per chi ha oggi 99 anni (caso effettivo esistente) e usufruisce del vitalizio da vari anni, il calcolo è stato fatto in funzione di un’aspettativa di vita di molti anni ancora!! questo non è contrario alla Costituzione ma alla logica e al buon senso.

4) Il vitalizio prima del taglio del 42% era in media di 61.348,00 euro lordi annui, molto lontano dei 120.000, 00 euro  proclamati nella trasmissione, e viene calcolata su una retribuzione pensionistica che ammonta in media a circa 3000,00 euro al mese; si può ben capire che chi ha compiuto più legislature, può superare i 6000,00 euro mensili ma altri con minori legislature superano di poco 1000,00 euro.

5) Gli ex parlamentari fino al 2012 hanno beneficiato del sistema “retributivo“ a differenza degli altri pensionati per i quali dal 1966 il conteggio è avvenuto con il sistema contributivo. Ma naturalmente per nessuno quel conteggio è stato retroattivo .

C’è da dire che tante categorie professionali, come i giornalisti, hanno utilizzato il calcolo contributivo con molto ritardo  e cioè dal 1 gennaio 2018, e anche essi senza conteggio retroattivo e quindi sono stati “privilegiati”! Naturalmente questo non significa che con il sistema “retributivo” non si versavano i contributi come nella trasmissione del 16 febbraio ha detto l’onorevole Nunzia Di Girolamo: si versavano con le regole del sistema retributivo ma non venivano calcolati per determinare l’ammontare della pensione -vitalizio.

6) Si assume che chi ha esercitato la funzione parlamentare per pochi mesi in una legislatura può godere di un vitalizio per l’intera legislatura. Per il passato soltanto chi ha versato i contributi pensionistici per l’intera legislatura, pur essendo stato proclamato in ritardo, ha ricevuto effettivamente il vitalizio per l’intera legislatura, ma dal 2012 con la nuova legge questo non è più consentito. Eppure è un argomento ripetuto in continuazione per accreditare nell’opinione pubblica una propaganda negativa.

Va però detto che attualmente con una sola legislatura si continua ad avere diritto al vitalizio all’età di 65 anni come in tutti paesi europei, e l’On. Di Girolamo che ha fatto due legislature avrà la pensione - vitalizio anticipata all’età di sessant’anni e non a 65 conteggiato con il sistema contributivo.

7) Si è detto con eguale malafede nella trasmissione televisiva che nella delibera si sarebbe fatta distinzione tra chi riceve altre pensioni per essere stato dipendente dello Stato o libero professionista, a vantaggio di chi riceve un solo reddito, invece il taglio è generalizzato senza alcuna distinzione. In ogni caso chi riceve altra pensione ha versato i contributi, in ogni caso il problema può essere risolto solo con una nuova legge non con i ricorsi.

8) Infine bisogna precisare che l’attuale legislatore ha approvato una legge con la quale si stabilisce che con una retribuzione lorda al di sopra di 100.000,00 euro  annui (cosiddette pensioni d’oro) è consentito un taglio del 10% che aumenta proporzionalmente: i “parlamentari in quiescenza” ,come si è dimostrato, hanno avuto un trattamento ben peggiore e quindi discriminatorio rispetto agli altri cittadini!

9) Si è chiesto più volte una disponibilità da parte dei parlamentari a venire incontro alle classi meno agevolate dando il buon esempio. L’Associazione formalmente aveva dato la disponibilità ad una riduzione del vitalizio come quella stabilita con la legge per i “pensionati d’oro” , ma si è rifiutata qualunque proposta perché  il movimento cinque stelle aveva l’esigenza di portare avanti la sua battaglia contro la politica: si sarebbero evitati ricorsi senza polemiche e senza falsità.

Orbene è di tutta evidenza che chi porta avanti la battaglia della menzogna vuole alimentare il rancore, delegittimare il Parlamento e la funzione dei parlamentari e questo va contrastato con vigore. In tutti I paesi europei i parlamentari vengono criticati ma rispettati e il rispetto è riferito al singolo ma anche alla istituzione.

Ho indicato nove punti che non possono essere smentiti da nessuno: la sfida e l’appello, al tempo stesso, è ai giornalisti e ai conduttori a dare un’informazione corretta come regola della democrazia.

Giuseppe Gargani

 

Caro Giletti - Gargani 19-02-2020

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