Il Parlamento Europeo si adegua alla delibera Fico-Boeri: la protesta di Wanda Didò vedova dell'on. Mario Didò

Il Parlamento Europeo si adegua alla delibera Fico-Boeri: la protesta di Wanda Didò vedova dell'on. Mario Didò

Il Parlamento Europeo si adegua alla delibera Fico-Boeri: la protesta di Wanda Didò vedova dell’on. Mario Didò

Pubblichiamo la lettera che Wanda Didò, vedova dell'on. Mario Didò, ha inviato al Presidente del Parlamento Europeo per protestare contro il ricalcolo retroattivo del vitalizio applicato anche agli euro-parlamentari italiani a seguito del burocratico recepimento da parte degli uffici di Strasburgo delle disposizioni della delibera Fico-Boeri adottata dalla Camera e dal Senato italiani.

Ricordiamo che Mario Didò, socialista, è stato uno dei grandi personaggi della storia repubblicana: figlio di emigrati in Francia, dove nacque il 16 novembre 1926, tornò in Italia con la famiglia nel 1941, a Varese, fu operaio e sindacalista fino a diventare segretrio nazionale della CGIL nel 1969, dove fu responsabile delle relazioni internazionali, e poi, lasciata l'attività sindacale, fu eletto più volte deputato europeo dal 1979 al 1994. Morì a Varese il 4 dicembre del 2007. Nel decennale della morte, il 4 dicembre 2017, la CGIL ne ha ricordato la figura con un importante convegno, nel contesto del quale sono state raccolte opinioni e testimonianze, come questa di Giuliano Amato, attualmente giudice della Corte Costituzionale, che qui riportiamo: “Mario Didò apparteneva a una specie preziosa, che purtroppo è ormai quasi interamente estinta. Era la specie di coloro che si venivano preparando e poi specializzando nella cura degli interessi collettivi attraverso una sequenza di esperienze, che cominciavano negli anni giovanili sul luogo di lavoro, poi proseguivano nel sindacato o nel partito, quindi nelle cariche elettive, prima a livello locale, poi in sede nazionale e, quando arrivò l’Europa, anche europea”.

Ed ecco, la lettera di Wanda Didò al presidente del Parlamento europeo, on. Antonio Tajani

Sig Presidente,

ho ricevuto dall’Uff delle Pensioni del PE una lettera, fredda, di poche parole che dice ”a seguito del parere dell’Ufficio legale del PE” verrà applicata ai vecchi deputati, alle vedove etc, la normativa deliberata da Camera e Senato Italiano la decurtazione e il ricalcolo delle pensioni
....

Protesto Presidente, protesto a nome di mio marito che non c’è più. Protesto per Lui. Protesto per Mario Didò figlio di emigranti antifascisti emigrati in Francia, operaio, sindacalista, Segretario della Cgil Naz.le con Lama, eletto al PE dal 1979 fino al 1994 e vice Presidente del PE.

Protesto perché questa decurtazione dei diritti acquisiti da parte del PE calpesta il lavoro e il sacrificio profuso da mio marito e dagli altri vecchi deputati compreso Altiero Spinelli a cui a tutt’oggi l’Europa fa riferimento, a scapito della famiglia...

Si Presidente, protesto a nome di chi non c’è più, protesto a nome delle vedove, come me, che hanno contribuito con enormi sacrifici anche rinunciando al proprio lavoro per far sì che il sogno Europa prendesse forma.

Protesto, per il dolore ancora vivo per la perdita di mio marito, che questa fredda lettera ha riacceso unitamente alla rabbia, i ricordi dei sacrifici e delle battaglie, sostenute a fianco di mio marito.

Mi rivolgo agli uomini e alla donne che oggi siedono nell’aula del Parlamento perché si blocchi questa vergogna che viene a ledere i diritti acquisiti che va a sconvolgere la vita di persone che non possono inventarsene un’altra.

Protesto Presidente, perché non riconosco in questa decisione la mia Europa leader dei diritti come dice il Presidente Mattarella “un faro del diritto“

Wanda Didò

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