IL PUNTO DI VISTA - 1 maggio, basta morti sul lavoro.

IL PUNTO DI VISTA - 1 maggio, basta morti sul lavoro.

IL PUNTO DI VISTA – 1 maggio, basta morti sul lavoro.

La recente Festa del 1 maggio ci ha ricordato, ancora una volta, che non si tratta di una ricorrenza civile burocratica e protocollare. A cominciare, su tutto, dalla drammatica piaga sociale delle morti sul lavoro. Una piaga che va fermata e su cui ogni misura legislativa che contrasta questa ferita va sostenuta senza tentennamenti ed equivoci. E la Festa dei lavoratori, com’è emerso anche dagli interventi dei vari leader sindacali, ci richiama ad un altro preciso dovere. E cioè, far sì che il lavoro deve continuare ad essere un elemento costitutivo, se non addirittura decisivo, dell’azione di governo. Al di là delle notizie incoraggianti sul fronte dell’occupazione, come ha rilevato con autorevolezza il Presidente della Repubblica Mattarella, le politiche del lavoro continuano a rappresentare un asset decisivo per un approccio di governo riformista e autenticamente democratico.
Infine, il 1 maggio ci ricorda anche che nel nostro paese la cosiddetta “questione sociale” non è una variabile indipendente ma continua ad essere un aspetto che, purtroppo, caratterizza e accompagna il cammino e lo sviluppo della società italiana. E il compito della politica, a qualsiasi livello, è quello di far sì che “l’istanza sociale si faccia Stato”, come si diceva ai tempi dell’ approvazione dello “Statuto dei lavoratori” nel lontano 1970. Ovvero, che la politica sociale entri a pieno titolo nella progettualità politica a livello nazionale come a livello locale. Perchè il fatto sociale, al di là di qualsiasi deriva assistenziale e pauperista, resta una dimensione costitutiva per governare una società complessa e difficile come quella italiana.

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