Intervento On. Gianni Melilla - 13 Dicembre 2016

Intervento On. Gianni Melilla - 13 Dicembre 2016

Intervento On. Gianni Melilla – 13 Dicembre 2016

Durante la seduta della Camera dei Deputati del 13 Dicembre 2016, l'On Gianni Melilla si è espresso sul trattamento previdenziale dei parlamentari.
Questo il testo integrale dell'intervento:

"Grazie, signora Presidente, si è scatenata in questi giorni l'ennesima aggressione qualunquistica contro i parlamentari a proposito del loro trattamento previdenziale. Con uno stile delinquenziale, si butta fango, ignorando quello che invece è stato fatto dalla Camera e dal Senato per abolire i vecchi vitalizi.
Infatti, dal 30 gennaio 2012 i vitalizi sono stati aboliti e sostituiti da un trattamento previdenziale determinato con il sistema contributivo, moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione relativo all'età del deputato al momento del conseguimento del diritto alla pensione. La trattenuta mensile su ogni parlamentare è obbligatoria ed è di 918 euro e 28 centesimi al mese. Dal 2012 è venuta meno la possibilità di integrare, con una contribuzione volontaria, il minimo obbligatorio di cinque anni completi di versamenti e se la legislatura si scioglie anticipatamente si perde anche la possibilità di chiedere la restituzione di quanto versato. Dunque, siamo in presenza di un sistema estremamente rigoroso e i parlamentari alla prima legislatura perderanno oltre 50.000 euro se non hanno raggiunto il minimo previsto dal Regolamento della Camera. Questa è la realtà.
Mi aspettavo che venisse dunque evidenziato che: primo, i vitalizi non ci sono più; secondo, le pensioni sono rapportate agli effettivi contributi, cioè abbiamo lo stesso regime che vale per tutti i lavoratori.
Invece, si inventa una presunta ed inesistente volontà di aggirare una normativa rigorosa sui trattamenti
pensionistici dei parlamentari. Così si semina qualunquismo e antiparlamentarismo e ciò è ancora più grave quando a farlo sono giornalisti di grido e del servizio pubblico.
Naturalmente i capi del Movimento 5 Stelle sono stati i più lesti a diffondere questa autentica calunnia.
Concludo: ne «La scuola dei dittatori» di Ignazio Silone due personaggi girano l'Europa per imparare l'arte della dittatura e l'esule Tommaso fornisce la cinica lezione: se volete mirare al successo dovete attenervi a questa regola, dovete gettare il discredito sul sistema tradizionale dei partiti e sulla stessa politica, renderli responsabili di tutti i mali della società e aizzare contro di essi l'odio delle masse."
(Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana - Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

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