La ricaduta politica dopo il voto inglese e francese - di Mario Tassone

La ricaduta politica dopo il voto inglese e francese - di Mario Tassone

La ricaduta politica dopo il voto inglese e francese – di Mario Tassone

In questi giorni l’attenzione è polarizzata dai risultati delle elezioni tenutesi in Gran Bretagna e in Francia.
Molti commenti nostrani hanno navigato in superficie senza cogliere la specificità dei due eventi elettorali che non possono essere interpretati e valutati non discostandosi dalla situazione italiana.
In questi Paesi, la politica non è scomparsa.
I conservatori del Regno Unito pagano gli affanni degli ultimi anni in cui la vicenda della Brexit vissuta e gestita male ha determinato contraccolpi negativi .
Boris Johnson con la sua estrosa e colorita azione ha cavalcato i sentimenti antichi di autonomia e di isolazionismo.
Il futuro è legato a quello che sarà l’Europa dove spinte e controspinte, tra euroscetticismi e ritorni a nazionalismi, sovranismi mettono in discussione i sogni dei fondatori di una Europa unita e politica.
In Francia Macron con una operazione disinvolta riesce a bloccare la conquista del governo alla destra lepenista.
La forza della conservazione ha costruito un ampio blocco tra forze politiche diverse per contrastare l’avanzata e la conquista della maggioranza assoluta alla destra, che tutti i sondaggi ritenevano più che possibile.
In Francia ha funzionato l’argine e non la soluzione di un governo che appare improbabile: una vittoria per “fermare” che non assicura la governabilità.
L’Europa attravversa una situazione non facile.
I segnali della Gran Bretagna che è fuori dall’UE  sono confortanti per una prospettiva di intese con la UE.
Il neo premier Keir Starmer e’ un laburista moderato.
La Francia salva uno spazio politico centrale su cui si può costruire. La presenza di correnti antieuropeiste e nazionaliste si rafforzano e i movimenti filo putiniani occupano spazi significativi.
Orban presidente di turno dell’UE costituisce insieme ad altri un gruppo,quello dei Patrioti, che frena i processi europeisti e atlantici.
La Meloni manifesta la sua fedeltà all’Europa.
Il suo governo, però, porta avanti la riforma del premierato che attenta ai valori che hanno ispirato gli illuminati fondatori della Comunità Europa.
E’ un disegno eversivo.
Le parole intrise da buone intenzioni non costano ma non eliminano il peso di scelte sbagliate e di alleanze dove ci sono presenze, come quelli della Lega, che trasformano le belle parole in una frode politica e morale.
E’ tempo di riflessioni serie.
Il pericolo di un salto all’indietro esiste e non può essere esorcizzato con i mille incontri con mille parole inutili e mille ipocrisie!

Mario Tassone

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