È scomparso Angelo Donato.
Non si spegne la luce di una bella persona che ha servito il Suo Comune, la Calabria e il Paese con onore.
Non svaniscono i ricordi di una stagione lontana, del fervore che ci animava, del desiderio di vivere il nostro tempo intensamente al servizio di ideali che erano la ragione del nostro impegno.
Il nostro era un mondo animato da idee, da visioni contrapposte, da disegni alternativi.
Una vivacità che dalle sezioni dei Partiti, che c’erano, si trasferiva sulle piazze.
Comizi infuocati e piazze piene. Era tanta la voglia dì partecipare, di esistere con i propri pensieri e le proprie convinzioni.
Negli appuntamenti elettorali ci si sentiva coinvolti nelle scelte politiche e dei rappresentanti istituzionali.
Con Angelo Donato vivemmo il periodo della nascita delle regioni nel 1970.
Allora facevamo parte della corrente morotea guidata a Catanzaro da Elio Tiriolo.
Angelo venne eletto consigliere regionale e assessore regionale al turismo nella prima giunta, guidata da Tonino Guarasci. Ricordo la soddisfazione per la elezione di Angelo, che era stato un ottimo amministratore di Chiaravalle e poi, dopo il mandato senatoriale, anche di Catanzaro.
Un traguardo ambito, non facile era stato raggiunto.
Angelo era uno di noi.
Avemmo la suggestione che anche il nostro piccolo gruppo moroteo varcasse con Angelo la soglia del Consiglio Regionale prima e dell’Assessorato regionale al Turismo dopo. La nascita della Regione in Calabria veniva funestata dai moti di Reggio per il capoluogo.
Angelo Donato si contraddistinse sempre per la Sua pacatezza, un comportamento costruttivo, dialogante e di mediazione.
Portava gli interlocutori più vivaci a misurarsi sulle cose possibili da fare abbandonando le posizioni estreme, strumentali e inutilmente dannose.
Era un paziente ed esperto “rammendatore” di strappi vistosi.
Infondeva fiducia e gli avversari erano per Lui non nemici anzi…persone con cui dialogare.
C’era la politica, c’erano i Partiti, c’erano i rappresentanti scelti dagli elettori e non dagli apparati.
I valori di libertà e di democrazia non erano violati.
E Angelo nella scissione del Ppi scelse di stare con il CDU, di cui fu presidente del Consiglio Nazionale, di non seguire i “pellegrinaggi” verso sinistra che hanno affossato il movimento del popolarismo cristiano sociale.
Un ricordo struggente di quegli anni, gli anni di Angelo Donato e di tanti di noi.
Gli anni verdi della nostra freschezza e della nostra giovinezza.
Ma in politica si rimane giovani se si sta dentro la storia con l’entusiasmo vivo che non svanisce.
Invecchia chi non ha tempo, non ha passione e non ha idee.
Angelo Donato era un giovane che lascia lezioni di vita indimenticabili.
Mario Tassone