La scomparsa di Gerardo Bianco - Una personalità al servizio della Repubblica democratica

La scomparsa di Gerardo Bianco - Una personalità al servizio della Repubblica democratica

La scomparsa di Gerardo Bianco – Una personalità al servizio della Repubblica democratica

“Leale servitore delle istituzioni, politico appassionato, ricco di cultura e di umanità”. Gerardo Bianco è stato ricordato stamani con queste parole da Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica, con il quale Bianco ha condiviso un lungo tratto di strada nella politica nazionale, ha individuato tre tratti salienti dell’uomo pubblico che qui vogliamo ricordare e che ha lasciato un segno importante nella nostra storia repubblicana e che, nell’ultima parte della sua vita, è stato presidente e poi presidente onorario della nostra Associazione.

E’ davvero arduo racchiudere in poche righe il ricordo di una vita tanto ricca e scandita da tante tappe, tutte intrecciate alle maggiori vicende, politiche e non solo, del nostro paese. Gerardo Bianco se ne è andato a Roma, nelle prime ore di questo primo dicembre 2022, all’età di 91. Era nato a Guardia Lombardi, in provincia di Avellino, il 12 settembre 1931. Democratico cristiano per convinzione e per formazione, fu eletto alla Camera per la DC, per la prima volta, nel 1968, non ancora quarantenne. Nel mondo politico aveva la fama, meritata, di grande latinista e classicista. Ed è infatti alle lettere classiche che dedicò i suoi studi prima e l’insegnamento poi, partendo con una borsa di studio all’Università Cattolica di Milano, e   accompagnando gli studi con l’impegno nella FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana).

Bianco è stato deputato per nove legislature, in due fasi distinte della storia repubblicana. Dapprima, per sette legislature, tra il 1968 e il 1994, fu alla Camera come esponente della Democrazia Cristiana, vicino, in varie fasi, alle correnti che facero capo a Fiorentino Sullo, Ciriaco De Mita, Carlo Donat Cattin e Franco Marini. In quella veste ricoprì numerosi in carichi, da vicepresidente della Camera a capogruppo della DC. Fu anche ministro della Pubblica istruzione, nel sesto governo Andreotti, dal luglio del ’90 fino al marzo del ’91.   

Alla Camera ritornò poi per due legislature, dal 2001 al 2008.

In mezzo c’era stato il “collasso” della “prima repubblica” e la nascita della “seconda”, con la fine della Democrazia cristiana e con la nascita del Partito popolare italiano (PPI). Bianco aderì al PPI e fu euro-parlamentare nella legislatura 1994-99. Nel PPI fu protagonista della battaglia interna che nel 1995 portò alla scissione del partito guidato dal segretario Rocco Buttiglione. Nel panorama politico bipolare che si era delineato con le elezioni politiche del 1994, e alle quali i popolari si erano presentati in posizione centrale con il Patto-Segni, senza riuscire a essere politicamente determinanti, il PPI si trovò quindi lacerato tra chi voleva guardare al Polo berlusconiano e chi alla formazione di un centrosinistra alternativo. Bianco si fece promotore dell’alternativa di centrosinistra e per tre anni fu segretario del PPI, fino al 1999, con un ruolo fondamentale nella costruzione del primo Ulivo, intorno a Romano Prodi, che vinse le elezioni del 1996. In quelle elezioni, Bianco, nonostante fosse segretario di partito, non venne eletto perché scelse di candidarsi solo per la lista proporzionale in posizione, oggi si direbbe non sicura. Uno dei tanti esempi di moralità e di coerenza politica che gli sono sempre stati riconosciuti da tutti, dagli amici come dagli avversari.

Nella seconda fase dell’Ulivo, che si aprì, dopo la crisi del governo Prodi I, con il processo che portò prima all’aggregazione de La Margherita (PPI, Democratici, Rinnovamento per l’Italia, Udeur) e poi, passando per la formazione dei gruppi unitari dell’Ulivo alle camere nel 2006-08, alla costituzione  del Partito Democratico con la fusione di Margerita e DS, Bianco tenne una posizione singolare e critica verso i processi che diluivano e annullavano l’identità politica popolare e democratico cristiana. Per questa ragione aderì solo come indipendente al gruppo de La Margherita alla Camera tra il 2001 e il 2006 e poi, nella legislatura 2006-08, aderì dapprima sempre solo come indipendente al gruppo de l’Ulivo, ma decidendo poi di lasciarlo, passando al gruppo misto, quando fu chiaro che si andava verso la costituzione del Partito democratico.

Nel periodo successivo, Bianco ha profuso un ulteriore impegno nel senso di sviluppare iniziative e movimenti politici che dessero vita a una formazione di ispirazione cattolica e svincolata dai poli, dedicandosi altresì a una ricognizione critica della propria esperienza con la pubblicazione di alcuni volumi di memorie: nel 2011, "La Balena Bianca. L'ultima battaglia 1990-1994" e nel 2012 "La parabola dell'Ulivo. 1994-2000".

Bianco è quindi stato presidente dell’Associazione degli ex parlamentari dal 2011 al 2016 e, fino ad oggi, suo Presidente onorario.

 

 

 

 

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