NOTA SUI VITALIZI
L’Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica condivide l’esigenza di contenimento dei costi della politica razionalizzando le spese delle Camere senza tagliare i costi della democrazia.
Tra i costi della democrazia vanno annoverate, a nostro parere, anche le garanzie economiche poste dalla Costituzione a tutela della autonomia e della libertà della funzione parlamentare, nonché forme trasparenti e pubbliche di finanziamento della politica e dei partiti in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.
A questo riguardo, l’Associazione degli ex-parlamentari chiede di essere ascoltata per esporre il proprio punto di vista sugli annunciati provvedimenti in materia di vitalizi.
Temi del confronto:
1. Necessità di un coordinamento tra Camera e Senato per giungere a decisioni comuni, evitando quanto è accaduto nella scorsa legislatura con la delibera sul contributo di solidarietà adottata dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati.
2. Discutere le eventuali misure riguardanti i vitalizi nella sede del dibattito d’aula sul bilancio interno della Camera in considerazione del fatto che all’origine delle disposizioni in materia previdenziale per i parlamentari vi fu una decisione d’aula (seduta del 20 maggio 1954) e perché la discussione avvenga con il massimo di trasparenza, e coinvolga tutti i gruppi presenti in Parlamento.
3. Rispetto della legalità costituzionale. A questo riguardo si ricorda che l’unica forma di intervento sui trattamenti previdenziali in essere ammessa dalla Corte costituzionale in varie sentenze, è quella del contributo di solidarietà, a fini di solidarietà interna al sistema previdenziale, nel rispetto dei principi di legittimo affidamento, di ragionevolezza, di proporzionalità e di non reiterabilità.
Nessuna legge approvata dal Parlamento di modifica della disciplina previdenziale ha mai messo in discussione retroattivamente diritti già maturati dai cittadini. Infatti, le riforme delle pensioni che si sono susseguite negli anni, da quella “Dini” del 1995 a quella “Fornero” del 2011 tutte hanno fatto salvi i diritti dei cittadini maturati prima della loro entrata in vigore. Anche i regolamenti vigenti di Camera e Senato in materia previdenziale hanno rispettato questo principio prevedendo l’applicabilità delle nuove norme soltanto a chi è diventato parlamentare dopo il 1° gennaio 2012 e lo stesso Collegio di Appello della Camera dei deputati con sentenza n. 2 del 24 febbraio 2014 ha stabilito che proprio per rispetto di detto principio la misura del sistema contributivo introdotto dal regolamento del 2012 è “adottata esclusivamente de futuro”.
Pretendere di farlo per gli ex-parlamentari avrebbe soltanto un significato punitivo, di delegittimazione e umiliazione della funzione parlamentare che è libera e indipendente.
Uscire dai binari della legalità costituzionale, significa creare, inoltre, un pericoloso precedente che mette a rischio lo Stato di diritto e apre la strada al taglio delle pensioni in essere degli italiani.
4. Quanto al ricalcolo dei vitalizi in essere con metodo contributivo ipotizzato da alcuni non si può non tener conto dei tanti problemi attuativi seri e complessi:
- Il metodo di calcolo contributivo è stato introdotto in Italia a partire dal 1° gennaio 1996. È del tutto evidente che per i vitalizi erogati prima di quella data non si potrebbe procedere al metodo di ricalcolo contributivo.
- Nel sistema contributivo oggi in vigore non è prevista, come è noto, alcuna forma di tassazione dei contributi previdenziali né è previsto alcun contributo aggiuntivo per avere titolo alla reversibilità. L’applicazione retroattiva del metodo contributivo ai vitalizi degli ex-parlamentari obbligherebbe alla restituzione delle tasse, da loro pagate, sui contributi previdenziali (valutate, per il periodo 2001-2011, in oltre 154 milioni di euro tra Senato e Camera) e del contributo del 2,5% per la reversibilità.
- Il ricalcolo contributivo dei vitalizi comporterebbe, inoltre, la cancellazione di tutti i contributi di solidarietà non coperti da leggi dello Stato.
- L’applicazione ora per allora del metodo di calcolo contributivo vigente oggi per i cittadini italiani, dovrebbe prevedere la possibilità di incrementare la propria contribuzione complessiva con il riconoscimento dei periodi di servizio militare, di maternità e il riscatto della laurea.
- È necessario, infine, che non sia ignorato il fatto che tra gli ex-parlamentari e le vedove o vedovi di parlamentari deceduti, vi sono persone che non hanno altri redditi per vivere né hanno, per evidenti ragioni anagrafiche, la possibilità di trovarsi un lavoro.
5. I problemi attuativi sopra indicati genererebbero, a nostro parere, oneri finanziari consistenti a carico delle Camere che vanno attentamente quantificati al fine di verificare l’esistenza di problemi di copertura.
6. Si deve tener conto infine con il massimo scrupolo delle ricadute finanziarie delle inevitabili richieste di danni da parte di quanti, in base alle regole vigenti in passato, hanno rinunciato alla propria carriera professionale per mettersi al servizio del Paese.
7. Per ultimo, non certo per ordine di importanza, si pone il tema della tutela giurisdizionale riconosciuta dalla Costituzione a tutti i cittadini quando ritengano lesi i loro diritti.
- Innanzitutto, riteniamo che non si possano adottare decisioni prima che siano costituiti gli organi di giurisdizione interna.
- Il problema della terzietà di questi organi, composti da parlamentari in carica, impone che sia riformato il Regolamento per la tutela giurisdizionale degli ex-parlamentari e dei parlamentari. Occorre, a nostro parere, garantire modalità di scelta dei componenti e dei Presidenti del Consiglio di giurisdizione e del Collegio d’appello che assicurino un tasso di terzietà molto più alto di quello fino ad oggi garantito.
Riteniamo necessario garantire, come avviene per il personale dipendente delle Camere, la presenza negli organi di giurisdizione interna di rappresentanti dell’Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica.
Il Presidente dell’Associazione
degli ex-parlamentari della Repubblica
Antonello Falomi
Roma, 3 aprile 2018