Parlamento. Il "Fatto" strumentalizza : status-collaboratori e vitalizi sono questioni separate - Un contributo di Paolo Franco

Parlamento. Il "Fatto" strumentalizza : status-collaboratori e vitalizi sono questioni separate - Un contributo di Paolo Franco

Parlamento. Il “Fatto” strumentalizza : status-collaboratori e vitalizi sono questioni separate – Un contributo di Paolo Franco

Pubblichiamo una riflessione dell'on. Paolo Franco, membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione, sulla questione dello status dei collaboratori parlamentari, impropriamente strumentalizzata dal Fatto Quotidiano nella polemica sui ricorsi relativi al ricalcolo dei vitalizi:

Parlamento. Il "Fatto" strumentalizza : status-collaboratori e vitalizi sono questioni separate

Collaboratori e vitalizi.

Nella frequente ossessione per la questione dei vitalizi Il Fatto Quotidiano cerca di coinvolgere i collaboratori parlamentari e la loro organizzazione (AICP). Il 4 febbraio, infatti, in sesta pagina appare un articolo intitolato “Casta al Senato, ridanno i vitalizi ma ignorano noi assistenti in nero”. So che qualsiasi riflessione sensata su questo argomento non può trovare alcun ascolto nel quotidiano diretto da Marco Travaglio, ma per chi invece fosse interessato ad approfondire il tema dei collaboratori alcune osservazioni potrebbero essere utili. La prima è questa: cosa c’entrano la Commissioni contenziosa, i legali, i ricorsi, gli ex parlamentari con le questioni sollevate dall’Associazione dei collaboratori? Nulla. Le scelte sul rapporto parlamentare-collaboratore spettano ai rispettivi Ufficio/Consiglio di Presidenza di Camera e Senato, com’è successo in passato e di cui tra poco riferirò. Seconda osservazione: virgolettare frasi come “assistenti a nero” fa sorgere gravi dubbi sulla consistenza delle affermazioni, sarebbe infatti necessario circostanziarle con nome e cognome del datore di lavoro e relativa denuncia alle autorità competenti, in quanto il lavoro irregolare è quanto di più gretto e offensivo possa esistere. Allora pare proprio che le rimostranze dei collaboratori vengano strumentalizzate da Il Fatto Quotidiano solo allo scopo di continuare la polemica che vorrebbe squalificare gli organismi contenziosi (in particolare quello del Senato) senza portare alcun costrutto alle posizioni dell’AICP. Vengo brevemente nel merito. I collaboratori vorrebbero che le risorse a disposizione dei parlamentari per la propria segreteria personale fossero gestite direttamente dalla Camere, in modo simile a quanto accade nel Parlamento europeo. Per evitare abusi nella XVI legislatura Camera e Senato introdussero due strumenti: la parziale rendicontazione delle somme assegnate ai parlamentari e l’obbligo di registrazione e deposito del contratto stipulato col collaboratore quando questi dovesse ricevere il pass per accedere ai palazzi istituzionali. Nulla vietava, allora come oggi, di adottare invece la messa in carico direttamente alle Camere dei collaboratori, ma in tal caso bisognava far fronte a due problemi: il considerevole aumento dei costi di bilancio (nonostante la decurtazione delle assegnazioni) e gli effetti contrattuali successivi alla decadenza del parlamentare nel momento in cui il rapporto di lavoro fosse stato stipulato attraverso la Camera di appartenenza. Credo che questi aspetti meritino attenzione e discussione, ma spero che l’AICP sappia affrancarsi dall’abbraccio dell’informazione tendenziosa e pasticciata che in realtà non ha alcun interesse al lavoro e ai diritti dei suoi iscritti.

 Paolo Franco

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