L'inflazione riduce il potere d'acquisto, in particolare dei titolari di redditi fissi come lavoratori dipendenti e pensionati. L'indicizzazione dei redditi all'andamento del costo della vita, ripara parzialmente e tardivamente dalle perdite. Da ormai un decennio, tale riparazione per i pensionati è congelata o parziale, per scaglioni di reddito. Per fortuna, fino a poco più di un anno fa, l'inflazione era contenuta. Ora, non è più così. E il governo ha deciso che l'indicizzazione delle pensioni è, oggi più di ieri, una variabile dipendente del reddito. Con un risparmio assicurato per lui e una perdita certa, e notevole, a carico dei pensionati con assegni superiori a quattro volte il minimo. Questa analisi di Alberto Brambilla (foto), animatore del Centro studi e ricerche itinerari previdenziali, fa i conti di quanto risparmia il governo e di quanto pagano i pensionati:
x- Alberto Brambilla - Pensioni, rivalutazioni avare. Un salasso da 45 miliardi. Li perderanno nei prossimi dieci anni gli assegni sopra 2.550 euro che vengono adeguati parzialmente al costo della vita. Una misura che non premia certo il merito di chi ha versato molti contributi e ha sempre pagato (e pagherà) le tasse - L'Economia-Corriere della Sera, 19dic22: