Segnalazioni Stampa, 10/11mar21 - Zelo Anticasta: il "furbetto" era l'INPS, condannato dal Garante

Segnalazioni Stampa, 10/11mar21 - Zelo Anticasta: il "furbetto" era l'INPS, condannato dal Garante

Segnalazioni Stampa, 10/11mar21 – Zelo Anticasta: il “furbetto” era l’INPS, condannato dal Garante

Il Garante per la Privacy ha condannato l'INPS (nella foto il presidente Pasquale Tridico) a una sanzione di 300mila euro per una serie di irregolarità compiute nella cosiddetta "caccia ai furbetti" del bonus-covid nell'ampia platea della cosiddetta "casta", composta a-priori da tutti i titolari di cariche politiche e amministrative in sede nazionale, regionale e locale. Nel suo "zelo anti-casta", l'INPS si era dimenticato di chiarire chi fossero i soggetti che non avevano diritto di avanzare la richiesta del bonus predisposto a beneficio delle partite IVA. Riportiamo qui di seguito, (1) il comunicato-stampa con cui il Garante spiega il motivo della sua decisione e, di seguito, (2) gli articoli pubblicati sui quotidiani che, con taglio diverso (dalla soddisfazione alla costernazione) hanno riferito con ampiezza sull'argomento, nonchè, infine, (3) il testo completo del provvedimento del Garante:

(1) COMUNICATO STAMPA GARANTE PRIVACY:
Caso bonus Covid: il Garante privacy sanziona l’Inps per 300mila euro
Ok ai controlli, ma con modalità a prova di privacy

Mancata definizione dei criteri per trattare i dati di determinate categorie di richiedenti il “bonus Covid”, uso di informazioni non necessarie rispetto alle finalità di controllo, ricorso a dati non corretti o incompleti, inadeguata valutazione dei rischi per la privacy.

Con queste motivazioni, il Garante per la protezione dati personali ha ordinato all’Inps il pagamento di una sanzione di 300 mila euro in relazione alle violazioni commesse nell’ambito degli accertamenti antifrode effettuati dall’Istituto riguardo al “bonus Covid” per le partite iva.

L’istruttoria del Garante era stata avviata nel mese di agosto, in seguito a notizie di stampa, riguardo al trattamento, da parte dell’Istituto, dei dati dei richiedenti che ricoprono cariche politiche (nello specifico, incarichi di parlamentare o di amministratore regionale o locale).

Nel corso degli accertamenti l’Autorità, pur riconoscendo che lo svolgimento dei controlli sulla sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per l’erogazione del bonus è riconducibile a compiti di interesse pubblico rilevante, ha riscontrato numerose criticità nelle modalità utilizzate dall’Istituto nel procedervi.

L’istruttoria dell’Autorità ha messo in luce che l’Inps non ha adeguatamente progettato il trattamento e non è stata in grado di dimostrare di aver svolto i controlli nel rispetto del Regolamento, violando i principi di privacy by design, di privacy by default e di accountability.

In primo luogo, dopo aver acquisito da fonti aperte i dati di decine di migliaia di persone che ricoprono incarichi di carattere politico, l’Istituto ha effettuato elaborazioni e incroci tra i dati di tutti coloro che avevano richiesto il bonus con quelli dei titolari dei predetti incarichi. Ciò senza però aver prima determinato se ai parlamentari e agli amministratori regionali o locali spettasse o meno tale beneficio, anche in considerazione delle differenti caratteristiche delle cariche ricoperte. In questo modo l’Inps ha violato i principi di liceità, correttezza e trasparenza stabiliti dal Regolamento Ue in materia di protezione dei dati personali.

L’Inps non ha rispettato neppure il principio di minimizzazione dei dati, avendo avviato i controlli finalizzati al recupero dei bonus anche su tutti quei soggetti che, pur avendolo richiesto, non lo avevano percepito, visto che la loro domanda era già stata respinta per ragioni indipendenti dalla carica ricoperta.

E’ emerso inoltre che l’Inps non ha valutato adeguatamente i rischi collegati a un trattamento di dati così delicato come è quello riguardante i richiedenti un beneficio economico classificato come ammortizzatore sociale, non effettuando la valutazione di impatto sui diritti e le libertà degli interessati.

Per tali motivi, il Garante ha dichiarato illecito il trattamento dei dati personali effettuato dall’Inps e ha applicato la sanzione. L’Autorità ha inoltre prescritto all’Istituto di cancellare i dati non necessari fino ad ora trattati ed effettuare un’adeguata valutazione di impatto privacy.

Roma, 9 marzo 2021

(2) ARTICOLI:

1 - Giusy Franzese - Politici furbetti del bonus, multa all'INPS. Il Garante: "E' stata violatala loro privacy" - Il Messaggero, 10mar21:
1-messaggeroinps10mar21

2 - Giuseppe Marino - Dossieraggio "anticasta", multatol'INPS a guida M5s. L'ente di Tridico andò a caccia dei deputati furbetti del bonus: sanzione da 300mila euro del Garante - Il Giornale, 10mar21:
2-giornaleinps10mar21

3 - Lorenzo Giarelli - Italia alla rovescia. Furbastri del bonus Covid. 300mila euro di multa all'INPS. Tridico scoprì i ladri: il Garante punisce lui - Il Fatto, 10mar21:
3-fattoinps10mar21

4 - Salvatore Cannavò - Restaurazione. La beffa. Dall'ente non è mai uscito alcun nome. Per l'INPS è il vialibera ai furbastri di ogni tipo. L'Istituto. Rabbia e amarezza per una sanzione mai presa per il reddito o laCig. E c'è chi teme si tratti di un modo per rimuovere Tridico - Il Fatto, 10mar21:
4-fattoinps10mar21

5 - Claudio Antonelli - Tridico alle corde. L'INPS stangato per il pasticcio dei bonus ai parlamentari - La Verità, 10mar21:
5-veritàinps10mar21

6 - Redazionale - Editoriali. I furbetti sono all'INPS. E i bonus? L'Istituto di Tridico ha violato la privacy che diceva di garantire - Il Foglio, 10 mar21:
6-foglioinps10mar21

7 - Filippo Caleri - Pasticcio INPS sul bonus Covid - Il Tempo 11mar21:
7-caleriinps11mar21

8 - Lorenzo Giarelli - Partiti zitti sulla multa INPS: così proteggono i "furbastri" - Il Fatto, 11mar21:
8-giarelli11mar21

9 - Redaz. - Deputati col bonus. Rizzone chiede i danni all'INPS: "Ho passato giorni infernali" - Il Giornale, 11mar21:9-rizzoneinps11mar21

(3) PROVVEDIMENTO:
GPDP-INPS - Provvedimento del 25febbraio 2021 (9556958)
GarantePrivacy-INPS 25feb21-1.4

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