I quotidiani fiancheggiatori del M5S, "il Fatto" e "la Notizia", scoprono che per impugnare una sentenza occorre conoscerla e quindi attendere che sia depositata formalmente. Così, tra imprecisioni e finte sorprese, sono obbligati a rendere conto ai loro lettori che il ricorso contro la sentenza che annulla la delibera sul ricalcolo retroattivo dei vitalizi non è poi così semplice: va motivato e non può essere un atto della Presidente del Senato bensì del Segretario generale. Inoltre, l'idea del M5S (nella foto, la vicepresidente del Senato Paola Taverna) di ottenere la discussione immediata della sentenza e, magari, una nuova delibera dell'Ufficio di Presidenza, è una scorciatoia politicamente e istituzionalmente poco praticabile. Infine, da segnalare la pubblicazione sul quotidiano "la Verità", quotidiano non proprio tenero con la cosiddetta "casta", di una lettera firmata che sostiene la tesi che vi sono mali peggiori dei vitalizi e che i parlamentari sarebbe bene pagarli come si deve e punirli se è il caso, ma non perchè fanno i parlamentari bensì nel caso che non lo facciano come dovrebbero.
Ecco gli articoli:
1 - Ilaria Proietti - Privilegi. Dopo il ripristino degli assegni "Una delibera per ri-tagliare i vitalizi. Niet della Casellati" - Il Fatto Quotidiano, 2lugl20 1 - Proietti Dopo il ripristino gli assegni - 02lug20 (1)
2 - Filippo Satta - "Vitalizi resuscitati al Senato, l'appello bloccato aspettando le motivazioni" - La Notizia, 2lug20 2 - Satta Priv ilegi che resistono - 2lug20
3 - Mauro Chiostri - Lettera. Il taglio ai vitalizi non è la soluzione ai mali della "Casta" - La Verità, 2lugl20 3- Taglio vitalizi non è soluzione- LaVerità, 02lug20 3- Chiostri, Lettera 2lug20