771 cittadini italiani sono in attesa di giudizio, si tratta degli ex parlamentari che hanno presentato ricorso alla Commissione contenziosa del Senato avverso la decisione dell’Ufficio di Presidenza di tagliare i vitalizi, a loro avviso irragionevole e lesiva del principio di uguaglianza tra i cittadini. Ieri la Commissione, dopo un lungo processo avrebbe dovuto prendere una decisione, ma la Senatrice del M5S, con le sue dimissioni risibili e strumentali, ha ancora una volta fatto prevalere – fuori dalla Commissione, e cioè in una sede impropria – le ragioni della polemica e del dibattito politico su quelle del diritto e della giurisdizione. Un processo durato mesi viene bloccato, con il rischio che la decisione venga ingiustificatamente ritardata. L’Associazione degli ex-parlamentari non può dunque che registrare con amarezza l’ennesimo episodio di “violenza” nei confronti di una categoria di cittadini da qualcuno illegittimamente ed illegalmente considerata non meritevole delle basilari garanzie giuridiche e costituzionali. Il diritto, infatti, da parte di ogni cittadino di avere un giudice al quale chiedere giustizia è un principio fondamentale garantito dalla Costituzione e non può essere violato. L’Associazione, a nome dei propri iscritti, non può che confermare piena fiducia nelle istituzioni e nel fatto che il Senato sani tempestivamente questa ulteriore ingiustizia, consentendo che il processo si svolga serenamente con una rapida pronuncia da parte della Commissione contenziosa, che gli ex parlamentari, per la cultura del diritto e delle istituzioni che li caratterizza, hanno sempre ritenuto imparziale nonostante le prese di posizione del Movimento Cinque Stelle che ha più volte dichiarato che i componenti della stessa erano coordinati alle loro posizioni . Per anni si è condannata con vigore la pratica di alcuni politici di difendersi dai processi anziché difendersi nei processi: appare ben paradossale che adesso chi si è vantato di aver “fatto giustizia” tagliando i vitalizi, voglia impedire che quegli atti siano soggetti allo scrutinio legale e giurisdizionale previsti dalla Costituzione.