Un incontro partecipato quello organizzato da Ortensio Zecchino per ricordare gli 80 anni della Democrazia Cristiana al Quirino a Roma.
Molti i volti noti altri meno hanno seguito le relazioni di illustri storici e giornalisti.
Ho notato tanto interesse e qualche nostalgia.
Peccato che quel patrimonio che ha costituito le fondamenta della costruzione del nostro Paese nella libertà e nella democrazia partecipata si e’ disperso.
I relatori hanno ricostruito la storia della D.C.
Contributi importanti e narrazioni non prive di vuoti e di lacune.
Perché è finita la D.C. non è stato detto.
Gli storici si sono limitati a dire che fu un auto scioglimento nel gennaio del 1994 riferendosi all’Assemblea di dirigenti del Palazzo dei Congressi di Roma, che non aveva poteri deliberanti, figuriamoci lo scioglimento del Partito.
Quello fu un inganno e un offesa ai tanti militanti.
Fu un gruppo di dirigenti dal linguaggio forbito che consumò un cinico colpo di mano.
Gli storici di scena al Quirino hanno taciuto passaggi che sono storia quale il referendum di Segni del 1991 sulla preferenza unica, il movimento di Leoluca Orlando con i Padri Sorge e Pintacuda. La modifica radicale della legge elettorale, che apri’ la stura a successive manomissioni per arrivare oggi ad un Parlamento di nominati.
Silenzio sul pool di Mani Pulite, sulla massoneria deviata, sul drappello di procuratori che operarono per smantellare i Partiti iniziando dalla D.C, salvando quello della sinistra.
Infatti la sinistra aveva ispirato il disegno destabilizzante facendo leva sulle debolezze su richiamate.
E i d.c. divenuti popolari, furono spettatori inerti mentre si arrecava un vulnus al Paese.
Coloro che erano alla guida del Partito dello scudo crociato erano convinti che si era conclusa la fase storica dei cristiani democratici in politica e il futuro era a sinistra….
Un “si salvi chi può”dove le abiure furono il salvacondotto di tanti esuli.
E al Quirino c’erano tanti collocati dovunque con il bagaglio dei ricordi da aprire se serve per stare alla moda.
Ho avvertito qualche rammarico per la fine di una Dc confusa nell’area della Margherita e l’Ulivo.
Alleanze eterogenee senza politica, uno stare insieme per il potere accantonando valori,identità,esperienze, abbandonando amici e luoghi famigliari.
Tutto un correre verso la sistemazione .
Il richiamo a Ruini intervistato dal bravo Verderami non è esaustivo della sua posizione e dei tanti vescovi che in quella fase accompagnarono molti ormai ex d.c.in “zone” più tutelate e promettenti.
Non si è detta una parola della scissione del Ppi all’Ergive, una pagina penosa ma eloquente del venir meno in tanti della fede nello scudo crociato.
Il PD che ha avuto due riferimenti culturali e politici inconciliabili De Gasperi e Togliatti si è astenuto dal fare politica e ha gestito potere per avere consenso….
Oggi con la Schlein il PD comincia a fare politica cerca,identità e spazio a sinistra.
La convivenza fra due mondi contrapposti non è conciliabile né in politica né altrove.
La segretaria del PD,che proviene dalla sinistra, ha scelto e i tanti ex democristiani che fanno.?
Hanno un rigurgito di orgoglio e di dignità?
Saranno agli altri appuntamenti annunciati al Quirino solo per farsi vedere……
chissà o per riconoscere errori che pesano soprattutto oggi al Paese, che vive un avventura istituzionale pericolosa?
Mario Tassone