"L'eco delle nostre ragioni" è il titolo di una nota dell'on. Franco Proietti, Segretario della nostra Associazione, dedicata allo stato dei ricorsi contro la delibera Fico-Boeri nell'avvicinarsi delle decisioni di merito degli organi giurisdizionali di Camera e Senato.
Qui di seguito, ecco il testo:
L’eco delle nostre ragioni
di Franco Proietti
Siamo ormai alle battute finali di uno scontro legale nel quale siamo stati tirati dentro. La fase dibattimentale dei nostri ricorsi dovrebbe concludersi entro metà giugno e spetterà ai giudici emettere, si spera presto, la sentenza.
Essendo convinti che i collegi giudicanti - composti alla Camera da tre Deputati ed al Senato da tre Senatori più due membri esterni - eserciteranno quella loro funzione con assoluta imparzialità ed equilibrio, si ritiene che la sentenza non potrà ignorare le dotte argomentazioni sollevate circa la costituzionalità e legittimità di un provvedimento che presenta crepe tutt’altro che marginali.
Crepe ampiamente argomentate: nei ricorsi predisposti dai nostri legali; espressamente contenute nelle argomentate riflessioni di illustri giuristi ed esperti di diritto costituzionale rilasciate ai mezzi di comunicazione di massa, di cui s’è dato notizia anche sul nostro sito insieme ai pronunciamenti di giudici emeriti della Corte Costituzionale; puntualmente arricchite con note di esperti in materie pensionistiche e assicurative rilevanti le macroscopiche incongruenze di quel provvedimento con le leggi vigenti e la contraddittorietà contenuta all’interno delle sue stesse norme.
Se tutto procederà secondo la logica ed il buon senso è presumibile che in quella sentenza troveremo l’eco delle nostre ragioni e si spera che esse riescano ad indurre i proponenti del provvedimento a riconoscere i limiti della loro decisione. Incaponirsi nell’insistere a voler percorrere fino in fondo l’impervia strada imboccata sarebbe un errore.
È interesse di tutti chiudere prima possibile questa insidiosa partita e chiuderla con sufficiente lungimiranza è possibile evitando mosse che potrebbero arrecare altri danni al paese ed al nostro sistema democratico di cui il Parlamento, con i suoi eletti, rappresenta il muro portante.
Roma, 4 giugno 2019