Vitalizi: il Senato approva le tre mozioni sulla revisione della Delibera-Grasso

Vitalizi: il Senato approva le tre mozioni sulla revisione della Delibera-Grasso

Vitalizi: il Senato approva le tre mozioni sulla revisione della Delibera-Grasso

Al termine di un dibattito di circa due ore, il Senato (nella foto, Anna Rossomando) ha approvato tutte e tre le mozioni sui vitalizi, presentate da M5S-Pd-Leu, Fi-Lega-FdI e Iv. La mozione M5S-Pd-Leu ha ottenuto 120 sì, 3 no e 108 astenuti; la seconda, di Fi, FdI e Lega, ha avuto 120 sì, 40 no e 68 astenuti; la terza, quella di Iv, è passata con 113 sì, nessun no e 117 astenuti. I testi completi sono nel post precedente in Ultime News: la mozione M5S-Pd-Leu fa riferimento alla legge Severino sull'incandidabilità e la decadenza; quella presentata da Fi-FdI-Lega chiede di intervenire svolgendo una nuova valutazione della materia; quella presentata da Iv chiede che il Senato adotti "determinazioni" per disciplinare i casi di revisione o revoca ai senatori con condanna definitiva per reati gravi. Nel dibattito sono emerse posizioni diverse quanto alla sede (regolamentare o legislativa) in cui affrontare la questione e quanto al merito dell'intervento. Qui di seguito riportiamo il resoconto sommario del dibattito (in bozza) ripreso dal sito del Senato e, prima, qui sotto, il file con il resoconto stenografico completo:

senato stenograqafico mozioni vitalizi 26mag21

SENATO

(resoconto sommario, bozza)

Mercoledì 26 Maggio 2021 - 331ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

L'Assemblea ha esaminato e approvato le mozioni sui vitalizi.

La mozione 1-00373, sottoscritta dai Gruppi M5S, PD e Misto-LeU, e illustrata dal sen. Licheri (M5S), in relazione alla decisione del Consiglio di garanzia, che ha annullato la delibera del Consiglio di Presidenza del Senato n. 57 del 2015, che prevedeva la cessazione dell'erogazione del vitalizio per gli ex senatori condannati in via definitiva per reati gravi, prende atto di un vuoto normativo e impegna a disciplinare nelle sedi competenti, tenendo conto dei principi della normativa vigente in materia di incandidabilità, i casi di revoca del vitalizio dei senatori, cessati dal mandato, che siano stati condannati in via definitiva per delitti di particolare gravità.

La mozione (1-00374), presentata dai sen. Romeo (L-SP), Anna Maria Bernini (FIBP) e Ciriani (FdI), impegna a rivalutare, nelle sedi competenti, nel rispetto dei principi dell'articolo 54 della Costituzione e della legge di cui all'articolo 65 della Costituzione stessa, la disciplina dei vitalizi dei senatori in caso di irrogazione di condanne definitive per reati di particolare gravità.

La mozione 1-00375, illustrata dal sen. Cucca (IV-PSI), impegna ad adottare tutte le opportune determinazioni, nelle sedi proprie e competenti, volte a disciplinare i casi di revisione o revoca del vitalizio dei senatori, cessati dal mandato, che siano stati condannati in via definitiva per delitti di particolare gravità.

Nella discussione generale il sen. Vitali (FIBP-UDC) ha osservato che, secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale, una sentenza di condanna di primo grado non è sufficiente a revocare lo stipendio o la pensione; la sanzione nei confronti di un parlamentare condannato spetta al Consiglio di Presidenza, che tiene conto di principi di onorabilità e della gravità del reato. Il sen. Perilli (M5S) ha richiamato principi di equità e giustizia sociale e ha posto l'accento sulla inaccettabilità della decisione del Consiglio di garanzia, che contrasta con il sentire dei cittadini e non tiene conto delle condizioni generale del Paese.

Nelle dichiarazioni di voto il sen. Cucca (IV-PSI) ha ricordato che la materia dei vitalizi è di competenza del Consiglio di Presidenza, che il Consiglio di garanzia è un organo di natura giurisdizionale e che l'autodichia delle Camere è prevista dalla Costituzione. Il sen. Balboni (FdI), nel dichiarare voto favorevole alle tre mozioni, ha auspicato una nuova delibera, ritenendo che l'interdizione dai pubblici uffici comporti la revoca del vitalizio, che non è assimilabile alla pensione in quanto non scaturisce da un rapporto di lavoro. La sen. Rossomando (PD), annunciando voto favorevole, ha ricordato le motivazioni storiche delle garanzie costituzionali previste a tutela della funzione parlamentare, che rispondono ai principi della democrazia liberale. Il sen. Grasso (Misto-LeU), annunciando voto favorevole alla mozione n. 373, ha argomentato che l'indennità, legata alla carica, non è assimilabile a uno stipendio e il vitalizio, non menzionato dalla Costituzione, non costituisce un diritto intangibile e non è assimilabile a un trattamento previdenziale; infine, ha giudicato errata la decisione del Consiglio di garanzia che, essendo un organo giurisdizionale, non può annullare una delibera del Consiglio di Presidenza. La sen. Craxi (FIBP), nell'annunciare voto favorevole alla mozione n. 374, ha difeso l'autonomia della politica rispetto a poteri forti e oscuri che condizionano sempre più profondamente la vita pubblica e le scelte strategiche del Paese; analizzando i mutamenti storici che hanno investito la funzione parlamentare, ha rilevato che l'antipolitica e la retorica dell'anti-casta hanno indebolito la democrazia rappresentativa e hanno accompagnato il declino economico e politico del Paese. Il sen. Romeo (L-SP) ha affermato la necessità, per restituire credibilità alla politica, di disciplinare la materia dei vitalizi attraverso una legge dello Stato; ha quindi invocato il giusto mezzo, dichiarando contrarietà tanto ai privilegi quanto alla delegittimazione della funzione parlamentare. La sen. Taverna (M5S) ha evidenziato che i senatori del Gruppo M5S sono stati esclusi dagli organi giurisdizionali interni; ha negato l'equiparazione del vitalizio al reddito di cittadinanza; ha auspicato una decisione trasparente per revocare il vitalizio ai senatori condannati. In dissenso dal Gruppo, il sen. Caliendo (FIBP) ha annunciato l'astensione, deplorando la politicizzazione di questioni giurisdizionali e ricordando che la Cassazione ha assimilato il vitalizio al trattamento previdenziale. In dissenso dal Gruppo, il sen. Vitali (FIBP) ha evidenziato il paradosso che induce a riservare al parlamentare un trattamento peggiore di quello previsto dalla legge. In dissenso dal Gruppo, il sen. Di Nicola (M5S) ha invitato il Consiglio di Presidenza a sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e ad abolire i vitalizi e i contributi figurativi. Per gli stessi motivi, il sen. Crucioli (Misto), a nome di Alternativa c'è, ha giudicato insufficienti le mozioni. Il sen. Paragone (Misto) ha dichiarato voto favorevole solo alla mozione presentata da M5S.

 

 

 

 

 

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