Pubblichiamo la replica del Presidente Falomi a Mario Giordano (vedere il post in Segnalazioni Stampa):
Con l’evidente obbiettivo di continuare ad alimentare il livore contro l’autonomia e la libertà del Parlamento e della funzione parlamentare, Mario Giordano, ha commentato il deposito della sentenza pronunciata in primo grado dalla Commissione contenziosa del Senato secondo i suoi soliti faziosi cliché fondati su un racconto stravolgente e manipolatorio della vera realtà degli ex-parlamentari.
La sentenza, in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale, della Cassazione e della stessa giurisprudenza degli organi giudiziari interni del Parlamento, ha stabilito la illegittimità della delibera con la quale il Consiglio di Presidenza del Senato, mutuando una analogo provvedimento della Camera, ha ricalcolato i vitalizi degli ex-senatori, applicando retroattivamente il metodo contributivo.
Senza porsi minimamente il problema di contestare le motivazioni che hanno portato i giudici di primo grado a dichiarare la illegittimità della delibera, Mario Giordano incita il M5S a reagire per rovesciare la sentenza.
Prospettando una “ clamorosa figuraccia” per chi si era fatto portabandiera della delibera, il giornalista chiede retoricamente ai grillini: adesso cosa direte?
Una domanda che ne sottintende un’altra: e adesso cosa farete?
Una domanda che ignora consapevolmente che gli organi giudiziari non sono organi politici e che i giudici, anche quelli interni al Parlamento, non possono agire da esponenti politici ma da soggetti terzi e imparziali tra le parti in conflitto.
La politica ha già fatto la sua parte, si è già espressa negli Uffici di Presidenza delle Camere quando ha assunto decisioni che oggi si rivelano sbagliate e demagogiche.
Il M5S e le forze politiche che siedono in Parlamento oggi non debbono fare niente. Hanno solo il dovere di consentire ai giudici che saranno chiamati a pronunciarsi, di poterlo fare senza condizionamenti politici e senza minacce.
Nelle decisioni dei giudici non possono né debbono entrare valutazioni politiche ma solo considerazioni strettamente giuridiche.
Se così non fosse sarebbe la fine dell’autonomia del Parlamento nel giudicare le sue controversie e gli organi di giustizia interna si trasformerebbero in “tribunali speciali” che solo una cultura illiberale e totalitaria può auspicare.
Ove i giudici interni di secondo grado fossero chiamati a pronunciarsi, il nostro auspicio é che lo facciano, con la stessa imparzialità e indipendenza dei giudici di primo grado che sulla politica hanno fatto prevalere il diritto.
E lo facciamo a cominciare dalla eventuale richiesta di sospensiva della sentenza: non si può certo ignorare infatti che tutta la giurisprudenza consolidata ammette la possibilità di sospensive solo in presenza di un danno irrimediabile e la materia economica non viene mai ritenuta tale.
Anche perché l’unico danno irrimediabile é quello che hanno subito gli 240 ex-parlamentari che sono deceduti in questi ultimi 20 mesi, additati alla pubblica opinione come parassiti e privilegiati, e che non hanno potuto veder riconosciuti i loro diritti.